Affitti brevi: dal 2030 Airbnb e piattaforme digitali obbligate a versare l’IVA
Affitti brevi: dal 2030 Airbnb e piattaforme digitali obbligate a versare l’IVAIn arrivo un cambio epocale nel settore dell’ospitalità digitale: dal 2030, Airbnb e altre piattaforme di affitti brevi saranno obbligate a raccogliere e versare l’IVA per conto dei proprietari. La riforma europea che punta alla digitalizzazione e alla lotta all’evasione fiscale, con l’e-fattura in arrivo entro il 2035
L’Unione Europea compie un passo significativo verso la modernizzazione della gestione dell’IVA, con l’Ecofin (Consiglio Economia e Finanza) che approva le nuove direttive incentrate sulla trasformazione digitale. Questa riforma mira a semplificare e digitalizzare i processi IVA, migliorando la trasparenza e l’efficienza della riscossione in tutta l’UE.
Tra le principali novità, emerge l’introduzione di un sistema più uniforme che permetterà alle autorità fiscali di gestire meglio i flussi finanziari tra Stati membri, con un impatto positivo per imprese e consumatori. Il nuovo quadro normativo promette una maggiore armonizzazione fiscale e un contrasto più efficace all’evasione.
L’IVA arriva sugli affitti brevi: in arrivo la svolta
In questo contesto, il Consiglio Ecofin ha approvato un accordo che rende le piattaforme digitali come Airbnb responsabili della raccolta e versamento dell’IVA sugli affitti a breve termine. Questa misura rientra nel pacchetto di riforma fiscale ViDA (VAT in the Digital Age), nato per affrontare le sfide della tassazione nell’era digitale.
In un settore in forte crescita, la nuova normativa cerca di riequilibrare il mercato, riducendo la concorrenza con il settore alberghiero e garantendo una maggiore equità fiscale.
Il periodo di adeguamento per le piattaforme
La riforma prevede una fase di transizione: a partire da luglio 2028, la raccolta dell’IVA sarà facoltativa, diventando obbligatoria nel gennaio 2030. Questo darà alle piattaforme digitali il tempo necessario per adattarsi e adeguare i sistemi di pagamento.
La responsabilità diretta di queste aziende rappresenta un cambiamento radicale, segnando un primo passo verso una gestione più trasparente e digitalizzata del mercato degli affitti brevi.